La settimana del marketing vista con occhio critico Sabato 31 Maggio 2025
L’AI che cambia tutto (ma nessuno sa ancora come)
Quando l’intelligenza artificiale incontra l’intelligenza umana
Settimana intensa nel mondo AI. Tra proclami apocalittici e opportunità d’oro, una cosa è certa: stiamo assistendo al più grande esperimento sociale della storia moderna. E come ogni esperimento che si rispetti, i risultati sono imprevedibili.
📊 I numeri che spaventano (e quelli che fanno sognare)
Il CEO di Anthropic non usa mezzi termini: 50% dei lavori entry-level a rischio nei prossimi 1-5 anni. Disoccupazione che potrebbe schizzare al 10-20%. I numeri fanno impressione, soprattutto quando arrivano da chi costruisce questi sistemi.
Dario Amodei ha spiegato ad Axios che ogni CEO sta “lavorando freneticamente per capire quando l’AI potrà sostituire i lavoratori umani su larga scala”. Appena questi strumenti raggiungeranno prestazioni umane, le aziende faranno il grande salto. Il software sarà il primo settore colpito.
Ma c’è un dettaglio interessante: prima di eliminarti, l’AI degrada il tuo lavoro. Un processo graduale che molti stanno già vivendo senza rendersene conto.
Dall’altra parte della medaglia, il mercato della consulenza AI esplode: da 6,9 miliardi a 54,7 miliardi di dollari entro il 2032. Una crescita otto volte superiore in meno di dieci anni.
🎯 Il paradosso dei consulenti improvvisati
Qui arriviamo al primo grande paradosso della settimana. Mentre l’AI minaccia milioni di posti di lavoro, contemporaneamente ne sta creando di nuovi a ritmo frenetico. Il problema? La maggior parte di chi si improvvisa consulente AI “sta solo improvvisando”.
Tutti vogliono salire sul treno, ma pochi hanno un sistema solido. Risultato: lavorano il doppio per guadagnare la metà di quello che potrebbero ottenere con un approccio metodico.
Ricordi quando “esperto AI” significava semplicemente “quella persona che sa usare ChatGPT”? Quei tempi sembrano lontani anni luce, eppure parliamo di appena due anni fa.
💡 Come parlare con le macchine (meglio di quanto parliamo tra umani)
Mentre il mondo si divide tra catastrofisti e ottimisti, una cosa pratica emerge: dobbiamo imparare a comunicare meglio con l’AI. Due regole semplici ma efficaci:
Show, Don’t Tell: Gli esempi concreti battono le descrizioni astratte. Vuoi un’email professionale? Mostra modelli che ti piacciono. L’AI è “un apprendista visivo intrappolato in un’interfaccia testuale”.
Chunk It Up: Spezzetta le richieste complesse. “Prima vai al negozio. Poi compra gli ingredienti. Infine cucina la cena” funziona meglio di “pensa alla cena”.
Semplice, no? Eppure quanti lo fanno davvero?
🎬 Quando la realtà diventa opzionale
Google ha rilasciato Veo 3, e stavolta hanno fatto sul serio. Video talmente realistici che la gente per strada si chiede se le interviste che vede online siano vere o generate dall’AI.
I video “stile interviste per strada” stanno diventando virali proprio per questo motivo: nessuno riesce più a distinguere cosa è autentico. Matt Berman ha persino provato a farsi sostituire come presentatore. Non ci siamo ancora, ma quasi.
Google parla già della “fine dell’industria cinematografica”. Invece di cercare contenuti su Netflix, in futuro faremo pitch diretti alla piattaforma su cosa vogliamo guardare. La tecnologia c’è, almeno sulla carta.
I veterani di Hollywood ridono e indicano i glitch attuali: personaggi che cambiano faccia a metà scena, continuità narrativa inesistente. Gli entusiasti dell’AI rispondono che siamo “solo due iterazioni” di distanza dalla perfezione.
🔥 SPIGOLATURE
Le incongruenze della settimana
Il caso del fantasy writer smemorato
Un autore fantasy ha chiesto all’AI di copiare lo stile di un altro scrittore. Tutto normale, se non fosse che ha dimenticato di rimuovere parte del prompt dal libro pubblicato.
Reddit si è scatenato, e giustamente. Ma il vero problema non è l’uso dell’AI per scrivere. È il non saper nemmeno usare l’AI per scrivere. Se devi copiare, almeno fallo bene.
L’ironia dei tempi moderni
Scenario 2025: consulenti AI che non sanno fare prompt, scrittori che lasciano istruzioni nei libri pubblicati, esperti che predicano apocalissi mentre vendono software a 30.000 dollari l’anno.
Intanto noi stiamo imparando a comunicare meglio con le macchine che con i nostri colleghi. C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo quadro.
📚 Dal nostro blog
Mentre tutti corrono dietro all’AI, c’è chi continua a ignorare dati lampanti sotto il naso
Nel mondo marketing continuiamo a ripetere mantra senza verificare i numeri. “Facebook è morto, ormai tutti sono su Instagram” è diventato un dogma ripetuto ovunque.
I dati di un caso studio pugliese raccontano una storia completamente diversa. E ti fanno venire il dubbio: se sbagliamo su cose così basilari e misurabili, come possiamo pretendere di capire l’intelligenza artificiale?
L’articolo completo:
La verità dietro il mito: Facebook è morto?
Mentre il mondo AI impazzisce, noi abbiamo deciso di fare una cosa radicale: parlare direttamente con le macchine
Il mercato AI sembra un far west dove tutti parlano di intelligenza artificiale ma pochi la conoscono davvero.
Noi abbiamo preso una strada diversa: invece di speculare, abbiamo intervistato direttamente le AI. Due conversazioni che rivelano personalità sorprendentemente diverse e approcci complementari al rapporto con gli umani.
Grok: l’AI con senso dell’umorismo – Scopri come l’intelligenza artificiale di xAI affronta il mondo con ironia e schiettezza.
DeepSeek: l’AI che insegna mentre dialoga – Un approccio educativo che trasforma ogni conversazione in una lezione.
Due modi opposti di concepire l’interazione uomo-macchina. Entrambi più illuminanti di mille convegni sui “rischi esistenziali” dell’AI.
🤔 Riflessione finale
Siamo in un momento storico dove proclamiamo la fine del cinema mentre i personaggi cambiano faccia a metà scena. Dove tutti vogliono diventare consulenti AI ma nessuno sa fare un prompt decente. Dove parliamo di intelligenza artificiale che sostituirà l’uomo, ma poi dimentichiamo parti del codice nei libri pubblicati.
Forse il vero problema non è l’AI che prende il sopravvento. È che stiamo perdendo il controllo molto prima che le macchine diventino senzienti.
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